Accogliere e fluire: il bacino nella nostra pratica yoga

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Tra addome e gambe, a metà strada fra l’alto ed il basso: è qui che si trova il bacino, che svolge per noi un ruolo cruciale e che possiamo immaginare come una sorta di struttura “triangolare”, con due vertici in corrispondenza delle ossa iliache, e la punta rivolta verso il basso, in corrispondenza del coccige.

Perché è così importante?

Consapevolezza e unione

Per la sua posizione e la sua struttura a “conca”, alla base della colonna vertebrale, il bacino ha fra i suoi compiti quello di accogliere e ospitare alcuni degli organi addominali, ma non solo.

È la base di raccordo fra la parte alta e la parte bassa del corpo, e attraverso le articolazioni delle anche ci permette di mobilizzare ed entrare in contatto con gli arti inferiori: è quindi fondamentale per il nostro equilibrio, per la centratura e la stabilizzazione del nostro radicamento, per maturare presenza e consapevolezza e predisporre il corpo ad innalzarsi verso l’alto.

posizione di vrkasana

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Nella pratica yoga possiamo subito avvertire questa stabilità e presenza lavorando ad esempio sulla retroversione del bacino, quella “rotazione” indietro e verso il basso delle ossa iliache che dà stabilità alle posizioni, protegge la zona lombare, e ci aiuta a diventare più consapevoli del nostro corpo nell’asana, ad equilibrare radicamento e spinta ad innalzarci verso l’alto.

Ma c’è di più.

La culla delle nostre emozioni

Il bacino, come una “culla”, è anche il luogo che accoglie e lascia fluisce la nostra energia “emozionale” e libera il nostro moto verso il cambiamento (è sede di Swadhisthana, il secondo chakra).

In quanto casa della nostra intelligenza emotiva, del continuo scorrere di emozioni e desideri, se inascoltato e trascurato può anche arrivare a limitare la nostra capacità di consapevolezza delle emozioni, e bloccarci nel corpo e nello spirito, limitando la nostra capacità di muoverci, di accettare i cambiamenti, di avanzare nella nostra vita.

Per questo nella quotidiana pratica yoga, oltre che nelle pratiche di yoga posturale-emozionale, portare la nostra consapevolezza nel bacino è fondamentale: è un gesto d’amore per noi stessi nel nostro insieme, e non è mai troppo tardi per cominciare.

In ascolto del bacino ritroviamo la nostra presenza nel qui e ora, e allo stesso tempo ritroviamo il nostro fondamentale diritto di contattare le nostre emozioni: le riconosciamo nel loro scorrere e le lasciamo andare, ci riconnettiamo nel loro fluire e ci apriamo al cambiamento.

Nel movimento, possiamo andare avanti.


Categories: Filosofia Yoga

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