I 7 CHAKRA: un ponte fra terra e cielo

Yoga dalla terra al cielo

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Alla base della filosofia yogica dei chakra risiede la concezione che tutti noi siamo composti di materia ed energia, elementi strettamente connessi l’uno all’altro, e rispetto ai quali lo yoga si propone come un percorso di integrazione, di unione profonda, per giungere infine ad uno stato di unione profonda di corpo, mente, energia e spirito con lo Spirito universale.

Ecco, in questo sistema fortemente integrato di corpo e vibrazioni energetiche, con la parola “chakra“, che letteralmente potrebbe tradursi “ruota”, si intendono i “punti di scambio” energetico fra l’individuo e il mondo esterno, veri e propri centri di energia, in movimento.

Secondo la filosofia yogica sono in numero pressoché infinito, nel corpo (ciascun poro della pelle è in realtà un chakra), ma fra tutti potremmo identificare 7 chakra, sette “ruote di energia” fondamentali, ciascuna con le proprie qualità specifiche, associate simbolicamente anche a fiori di loto dalle diverse sfumature, caratteri, numero di petali, colori.

Perché 7 chakra?

Si tratta dei chakra che si collocano in punti energetici “strategici” del corpo, all’incontro fra i tre principali canali attraverso cui scorre la nostra energia.

Tre canali energetici (nāḍī) principali, fra gli oltre 72.000 presenti nel nostro corpo: īda, pi̇ṅgalā e suṣumṇā, che distribuiscono l’energia attraverso il corpo, dal basso verso l’alto, e che chiudono il loro percorso nella narice destra (pi̇ṅgalā), sinistra (īda), e sul capo (suṣumṇā).

È l’equilibrio di questa energia in movimento, nel suo fluire lungo īda e pi̇ṅgalā, assieme all’armonia dei 7 chakra principali che permette di risvegliare il percorso dell’energia dormiente collocata alla base di suṣumṇā, per farla risalire lungo tutto il corpo, nella sua vibrante lucentezza (è l’energia che chiamiamo Kuṇḍalinī Shakti).

Conoscere i sette chakra significa dunque anche intraprendere un percorso di consapevolezza e presa di contatto con la propria energia in movimento, allo scopo di percepirne e ri-scoprirne l’armonia.

Ma quali sono i chakra?

Mūlādhāra Chakra

Il Chakra della Radice, collocato nella regione del nostro pavimento pelvico ed associato al colore rosso. Centro delle nostre radici, sede del nostro radicamento con la terra e del nostro fondamentale diritto di esistere, è il punto di partenza del fluire energetico nel corpo.

Coltivando la consapevolezza sul nostro primo chakra coltiviamo solidità, radicamento, stabilità: muoviamo i nostri primi passi nel nostro percorso di consapevolezza ed equilibrio.

Svādiṣṭhāna Chakra

Chakra posizionato nell’area sacrale, poco sotto l’ombelico, associato al colore arancio e sede dell’energia gravitante attorno alle nostre sensazioni e al fluire delle nostre emozioni.

Esercitando la consapevolezza sul secondo chakra, facciamo proseguire la nostra energia nel suo percorso lungo i canali energetici, verso l’alto: prendiamo consapevolezza delle nostre emozioni, delle nostre sensazioni, in allineamento con il nostro corpo.

Maṇipūra Chakra

Il terzo chakra, collocato nella zona del plesso solare, identificato con il colore giallo, è il punto in cui la nostra energia si concentra proprio al centro del corpo. Sede dell’autodeterminazione, rappresenta la nostra capacità di consapevolezza ed esercizio della volontà.

Esercitare la consapevolezza su questo chakra ci permette di attivare il fuoco interiore della nostra volontà e di agire, di creare la nostra realtà.

Anāhata Chakra

È questo il chakra “del cuore”, rappresentato convenzionalmente con il colore verde.

Collocato nella zona del torace, anāhata è il chakra legato alla dimensione sociale delle nostre emozioni. Racchiudendo in sé il nostro diritto fondamentale di amare e di essere amati, e in stretta relazione con il fluire e l’aprirsi del respiro, è il nostro principale canale di espansione ed espressione fisica ed energetica.

Esercitando la consapevolezza sul questo chakra, attraverso l’armonia del respiro espandiamo la nostra interiorità e ci apriamo alla vita.

Viśuddhi Chakra

Quinto chakra, posizionato nell’area della gola, e identificato con il colore azzurro, Viśuddhi identifica la nostra “voce” e il nostro “ascolto” sotto il profilo energetico: la capacità di parlare e di dare espressione ai nostri pensieri e alle nostre idee, di parlare con sincerità a noi stessi, nel silenzio della nostra interiorità.

Esercitare la consapevolezza su questo chakra, identificato convenzionalmente con il colore azzurro, significa dunque anche esercitare l’ascolto profondo, come guida interiore. Acquietando il rumore, porsi dunque in ascolto di una verità più profonda, ed accordarsi con le nostre vibrazioni interiori.

Ājñā Chakra

Si tratta del chakra associato idealmente al colore indaco, e posizionato al centro della testa, alcuni centimetri dietro le sopracciglia, in corrispondenza della nostra ghiandola pineale, nella parte del cervello detta “grotta di Brahma”.

Ājñā, che letteralmente significa “percepire“, è il chakra legato al dono prezioso della vista, alla capacità di percepire le immagini e attraverso questa percezione cercare di trasformarle in realtà, di creare la nostra realtà.

Attraverso la capacità di vedere lucidamente e con consapevolezza, Ājñā chakra è dunque il centro energetico che ci permette di sviluppare la vista interiore, e fare luce dentro di noi.

Sahasrāra Chakra

Ultimo e più alto fra i chakra, Sahasrāra (colore indaco) identifica il centro energetico attraverso cui la nostra energia, nel silenzio e nella concentrazione, si accorda nell’armonia con tutto ciò che ci circonda.

Praticando la consapevolezza di questo chakra coltiviamo l’immobilità, il vuoto e la presenza, per risvegliare la gioia entrando in armonia noi stessi e con ciò che ci circonda.

Consapevolezza dei 7 chakra, ma in che modo?

Fino ad ora abbiamo parlato di praticare la consapevolezza dei chakra: ma cosa significa questo, esattamente?

Essendo dei centri di scambio energetico fra noi e il mondo che ci circonda, a metà strada fra corpo ed energia, i chakra fanno da ponte fra la nostra dimensione fisica, energetica e spirituale: se ne può dunque fare esperienza tanto sotto il profilo fisico (soprattutto per i primi chakra) quanto sotto il profilo energetico e legato alla consapevolezza interiore.

Ecco perché percepirli e portare equilibrio e armonia fra i chakra è possibile attraverso moltissime pratiche, e la disciplina dello yoga ci fornisce importanti strumenti per conoscere e percepire più nel profondo la nostra energia e la nostra dimensione interiore.

Applicando le doverose differenze fra i chakra, integrati nel sistema energetico, è vero, ma molto diversi fra loro, attraverso la pratica di asana, pranayama, visualizzazioni, meditazione, affinando la nostra capacità di ascolto attivo e la nostra sensibilità, lo yoga può accompagnarci in questo percorso, verso una più profonda consapevolezza del nostro sé, della nostra energia, in equilibrio.

“L’energia è sempre in movimento verso l’esterno o verso l’interno. Non può mai restare ferma: se fosse ferma non sarebbe energia, ma non esiste nulla che non sia energia. Quindi, tutto si sta muovendo in qualche modo”.

– Osho Rajneesh –


Categories: Filosofia Yoga

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