“Io medito, non seduto in un angolo, ma in ogni atto della mia vita, in qualsiasi posizione io esegua, in ogni asana”
B.K.S. Iyengar
Nessun incantesimo. Quello che chiamiamo “meditazione“, e che potremmo vedere circondato da un’aura di mistero non è nulla di magico né di astratto, tanto meno qualcosa che ci porta a perdere il contatto con il mondo esterno e metterlo da parte, per andare in un “altrove” interiore alla ricerca di qualcosa di misterioso.
Anzi.
È riscoperta di qualcosa che è già dentro di noi: la consapevolezza di avere in noi tutto ciò di cui abbiamo bisogno, di essere noi stessi la chiave per la nostra serenità.
È un ritorno verso noi stessi, pur restando presenti, consapevoli di corpo, mente e spirito, e della loro unità e armonia dentro di noi.
Questa consapevolezza può essere però spesso turbata dal movimento vorticoso delle emozioni, pensieri, paure, che si agitano dentro di noi come onde in tempesta.
Per ritrovarla, dunque, e far sì che si manifesti, non dobbiamo fare altro che creare le condizioni necessarie al corpo, all’anima e alla mente, per acquietarsi, calmare quelle onde, e riunificarsi per tornare a “casa.
Non esiste una soluzione preconfezionata, per far questo. Il cammino verso il centro di noi stessi è qualcosa di completamente intimo e personale: la strada la tracciamo noi.
Sola condizione, è mantenere un atteggiamento di concentrazione e attenzione rivolte verso l’interno: un atteggiamento di calma introspezione; concederci un momento per essere e restare dentro di noi, calmare le fluttuazioni della mente, restando aperti ad accogliere tutto quello che osserviamo in noi.
Esistono tante possibili strade, per creare queste condizioni: ciascuno di noi può trovare la propria, quella che più riesce a portare il silenzio e l’immobilità dentro di sé.
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Praticando yoga, sono tante le tecniche che ci accompagnano inevitabilmente verso la meditazione, e fra tutte, la concentrazione sul respiro riveste un ruolo fondamentale.
Fissare l’attenzione sul lento fluire di inspirazione ed espirazione nell’addome può aiutarci infatti a concentrare la mente e a dirigerla sempre più verso l’interno. La portiamo così a rallentare i suoi movimenti, e pian piano ad accordarsi con il ritmo e la natura del respiro stesso: a farsi quindi calma, sottile, silenziosa, pur restando sempre presente.
Assieme al respiro, nello yoga possiamo anche utilizzare altri strumenti di concentrazione, per andare verso la meditazione, come ad esempio
Queste sono solo alcune, delle possibilità che lo yoga mette a nostra disposizione.
Ed anche al di fuori della pratica yoga, o per chi non la ama, abbiamo allo stesso modo degli strumenti per aiutare la mente a dirigersi verso l’introspezione e la meditazione: fare lunghe e lente passeggiate in attenzione ed introspezione, ad esempio; oppure praticare un lavoro manuale come cucinare, cucire, o lavorare a maglia, per concentrare la mente attraverso un movimento calmo e ripetitivo.
Trovata dunque la nostra strada, e riscoperta una tranquilla condizione di immobilità e concentrazione, restiamo in ascolto, aperti a tutto quello che accade e a tutte le sensazioni che possano raggiungerci.
Senza valutare o giudicare, semplicemente osserviamo: siamo dentro noi stessi, siamo qui e siamo ora. Con uno spirito limpido e trasparente.
Come un bicchiere pieno d’acqua e sabbia, che fermo, lascia piano piano calmarsi le onde, porta a riposare sul fondo la sabbia, e mostra infine la trasparenza e limpidezza dell’acqua.
E allora semplicemente, arriva la pace.