Stabilità e flessibilità: le ginocchia

dettaglio ginocchia Fonte immagine (dettaglio): Pixabay

Fra la coscia e la gamba si trova una delle più importanti e complesse articolazioni del corpo, il ginocchio: non solo uno snodo meccanico fra parti diverse del nostro corpo, ma parte integrante di qualcosa di più profondo in noi, nella nostra dimensione interiore ed emozionale.

Dal punto di vista fisico, le ginocchia sono il nostro sostegno per mantenere la posizione eretta: per stare saldamente fermi in piedi, ma anche per muoverci ed avanzare, permettendoci di flettere ed estendere le gambe passo dopo passo.

Partecipano quindi allo stesso tempo alla nostra stabilità, ma anche alla fluidità del nostro movimento: senza di loro infatti la nostra andatura sarebbe rigida e “robotica”, difficoltosa.

Sono infine il nostro strumento principale per piegarci, e contribuiscono alla corsa, alla dinamica del salto, dello scatto verso l’alto o in avanti.

Il luogo dell’ego

ginocchia gambe piegate

Fonte immagine: Pixabay

Proprio perché luogo della nostra flessibilità e fluidità di movimento, sotto il profilo emozionale le ginocchia rappresentano la nostra capacità di essere “tutti d’un pezzo” oppure fluidi e flessibili, e sono assai sensibili al sopraggiungere e manifestarsi delle emozioni (sono le prime a “tremare”, quando proviamo una forte emozione, ci fanno saltellare, correre per raggiungere qualcosa o allontanarci da qualcosa).

Soprattutto, cedendo alla rigidità e piegandosi, si fanno anche riflesso della propensione del nostro ego ad ammorbidirsi e lasciarsi andare, della nostra capacità di fletterci senza spezzarci, per assecondare gli eventi o le esigenze di qualcun altro, esercitare l’umiltà.

Prenderci cura delle nostra ginocchia

Al livello delle ginocchia possono quindi accumularsi tensioni e rigidità legate proprio a questi aspetti del nostro ego: inflessibilità, resistenza nell’abbandonarci alla vita nel suo fluire; ma anche il nostro pretendere troppo da noi stessi, o il nostro continuo bisogno di dimostrare qualcosa, di far emergere forte la voce del nostro ego.

Se sottoposte a tensioni, stress prolungato e disequilibrio, le ginocchia stesse possono quindi andare in affaticamento, lanciarci chiari segnali di sofferenza, o perfino dolore.

In questo scenario, la pratica dello yoga ci aiuta a compiere piccoli gesti d’amore per noi stessi e per le nostre ginocchia, per ritrovare la nostra fluidità e flessibilità.

Possiamo così non solo allungare e rinforzare i muscoli che circondano le ginocchia (quadricipite, psoas, muscoli posteriori della coscia), ma anche portare benessere e favorire movimenti consapevoli ed equilibrati dell’articolazione, e attraverso l’ascolto attento e profondo nelle posizioni possiamo ristabilire l’equilibrio, riscoprire piano piano la nostra flessibilità e capacità di piegarci: senza indolenza o cieca sottomissione, ma con cuore aperto e fiducia.

Non abbiamo nulla da dimostrare, sul tappetino: non esiste un traguardo da tagliare, un “a tutti i costi” rigido e cieco.

Anzi, piegando pian piano le ginocchia alleniamo il nostro ego ad ammorbidirsi, la nostra mente a farsi meno rigida, accettando con fiducia noi stessi e ciò che è.

Accogliendo la direzione che la Vita saprà indicarci, semplicemente ci lasciamo andare nel viaggio.

 


Categories: Filosofia Yoga

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