YOGA: 4 miti da sfatare

Posizione yoga del loto

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Oggi parliamo di miti: non però di Shiva, fondatore dello yoga, né di Krishna, che ha illustrato la teoria della pratica yogica ad Arjuna, sul campo di Kurukshetra, né del guerriero Virabadra.
Oggi parliamo di miti da sfatare: quelle false credenze che spesso diventano luoghi comuni, da cui è molto facile farsi condizionare, e che possono minare la gioia della pratica, o privarcene del tutto.

Consideriamone 4, fra i più diffusi, e cerchiamo di vederci chiaro:

1. Lo yoga è per persone snodate

Capita spesso di pensare che le posizioni yoga siano praticabili solo da chi sia snodato per natura, e capace in un lampo di portare i piedi dietro le orecchie o il naso sulle ginocchia.

In realtà no. Tutti possono fare yoga, e lo scopo della pratica è assai diverso dal volteggiare in acrobazie o fare i contorsionisti: è vivere lo yoga nella comodità e stabilità delle posizioni, rispettando i limiti del corpo, per andare ogni giorno sempre più verso il centro del proprio Sé.

Gli asana pian piano ci aiutano ad allentare i blocchi, a lasciare andare, e certo con il tempo ci renderanno un pizzico più “snodati”: ma lo yoga ci dà molto, molto altro, e molto molto di più.

2. Lo yoga fa dimagrire

Beh, questo può anche essere vero, incidentalmente, specie per stili yoga più dinamici, come ad esempio l’ashtanga, e considerando che lo yoga può avere un’incidenza sul metabolismo (quindi regolandolo può andare a migliorarlo e a migliorare la forma fisica).

Di sicuro però non è questo l’obiettivo.

La pratica yoga ci aiuta piuttosto a trovare l’equilibrio.

Ci aiuta, sul piano del fisico, a prenderci cura del corpo, di questo veicolo che ci è stato dato in dono per il nostro viaggio attraverso la vita, insegnandoci ad ascoltarlo con attenzione, a curarne salute e benessere.

3. Sono troppo grande per praticare yoga

Niente di più falso! Tutti possiamo praticare yoga, senza limiti di età o condizione, anche con tutti i nostri “acciacchi”.

Con la guida del maestro, e un cuore aperto a mettersi in gioco, è sufficiente restare in ascolto del corpo, rispettare le sue necessità e i suoi limiti, senza farci violenza forzando le posizioni.

4. Lo yoga significa stare fermi senza fare niente

Nella Bhagavadgita lo yoga è definito “la disciplina dell’azione”.

La filosofia praticata nella vita.

L’idea che yoga si traduca nello star fermi “senza fare nulla”, che evoca la posa “da rivista” dello yogi nella posizione del loto, non potrebbe essere più lontana dalla realtà.

La pratica dell’hatha yoga, lo stare “fermi” in meditazione, non è infatti un vuoto stare fermi.

Nell’immobilità del corpo, nel silenzio, o nell’ascolto durante e dopo un asana, ci è data infatti occasione di sperimentare il movimento sottile verso il nostro Centro, in direzione del nostro Sé.

Facciamo yoga portando i suoi principi nella vita. Praticando azione, ed anche immobilità, nel viaggio sottile verso il nostro Sé, scopriamo che “Dentro di noi abbiamo Sole, la Luna e tutte le stelle“.


Categories: Filosofia Yoga

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